Il numero di nascite per anno sta diminuendo. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), nel 2019 i nuovi nati della popolazione residente in Italia sono stati 420.084, quasi 20.000 in meno rispetto al 2018 (-4,5%) ed oltre 156.000 in meno rispetto al 2008.¹ Parallelamente, durante gli ultimi 40 anni, le nascite tramite parto cesareo sono di gran lunga aumentate, passando dall’11,2% al 33,2% tra il 1980 ed il 2000². Le conseguenze dal punto di vista sociale delle crisi economiche hanno fatto sì che le donne italiane rimandassero l’avere figli in età più avanzata rispetto al passato.
Anche se in calo, le nascite hanno una notevole importanza e dovrebbero essere, sia che avvengano con parto naturale che tramite cesareo, momenti speciali da vivere con la massima semplicità e nel modo più sicuro e tranquillo possibile.
Un percorso lungo mesi
Cos’è la gravidanza? Cosa accade prima e dopo la nascita? Alcuni di noi non possono raccontarlo per testimonianza diretta, ma esistono in circolazione abbastanza informazioni (fatti reali o aneddoti) che riescono a darci un’idea.
La gravidanza, o gestazione, è lo sviluppo di uno o più figli nel grembo materno, normalmente lungo un periodo di nove mesi.3 Per molte donne, è una fase davvero difficile. Possiamo immaginare questa condizione fisiologica come la crescita di un ‘esserino’ nella pancia della propria mamma, che con lui deve condividere ogni singolo istante, non scordandosi mai della sua presenza, e che. in seguito, sarà costretta ad una separazione netta potenzialmente dolorosa.
Ciò che accade alle donne incinte è diverso per ognuna di esse; se da un lato possono presentarsi problematiche, come ad esempio nausea, emicrania o insonnia, in certi casi la gravidanza può trascorrere praticamente senza grandi disturbi. Numerose donne raccontano di provare una serie di sensazioni e di essere soggette a cambiamenti che dipendono da vari fattori; un desiderio improvviso di mangiare determinati cibi, una inspiegabile voglia di ridere, e sbalzi d’umore, per citarne qualcuno. Come è facile intuire, le future madri/le madri devono poter contare sul sostegno dei compagni e di altre persone, ed essere in uno stato ‘di costante attenzione’. Devono anche fare affidamento sull’organizzazione delle strutture dal punto di vista della sicurezza, dell’assistenza e del comfort.
Momenti speciali
Con il passare del tempo potreste sentire le espressioni: ‘È ora!’, oppure ‘Mi si sono rotte le acque!’, ma può darsi siano un falso allarme. Talvolta però, quando meno ci si aspetta, bisogna correre all’ospedale perché, finalmente, ‘ci siamo!’
Prima di allora, una partoriente potrebbe essere in difficoltà. Le donne che partoriscono naturalmente avvertono dolori (dati dalle contrazioni della muscolatura uterina e dalla pressione sulla cervice) alla schiena, all’addome, al basso ventre ed alle cosce. Sono stati descritti come continui, simili a quelli di una colica renale o di una compressione sulla zona pelvica. Ormai il nascituro sta attraversando il canale del parto e dunque tutte le sensazioni sopra descritte (o una combinazione di esse) sono realmente possibili. È quindi fondamentale che in questi attimi particolari le donne si sentano a proprio agio nella struttura ospedaliera: ciò che sta per accadere cambierà per sempre le loro esistenze.
L’ospedale e gli operatori sanitari dovrebbero perciò assicurare alle future madri/alle madri comfort e protezione, offrendo loro prodotti come (e non solo): camici che le possano coprire, calzini antiscivolo per tenere i piedi al caldo ed evitare le cadute, salviette per la detersione e sacche ghiaccio per una crioterapia localizzata Una volta avvenuto il cosiddetto ‘miracolo della vita’, la struttura sanitaria dovrebbe inoltre garantire il contatto ‘pelle a pelle’ fra la mamma ed il bambino. L’Organizzazione Mondiale della Sanità lo raccomanda come una priorità4, anche in caso di parto cesareo. Il neonato stesso deve essere ovviamente ‘accolto’ in maniera opportuna; con l’utilizzo di cappellini, calzini e copertine, ad esempio, si può non solo coprirlo, ma soprattutto provvedere al suo benessere.
A meno di non essere al suo posto, non saremo mai in grado di conoscere appieno l’estensione e l’intensità di quanto una donna prova prima, durante e dopo il parto. In che modo una madre riesca a sopportare ed affrontare nella sua vita un’imprevedibile avventura della durata di mesi, resta un mistero da non svelare. Possiamo solo constatare come attraverso un’esperienza del genere, unita al suo contesto di realizzazione, si conceda un futuro all’umanità, si garantisca la sicurezza della donna, si fornisca assistenza laddove necessario e si concedano alla madre ed al suo bambino ‘momenti speciali’.
Roberto Marrazzo
Apprendista vendite e marketing, Medline Italia
Roberto è originario di Prato (vicino a Firenze) appassionato di vini e appassionato di viaggi, lingue straniere e, più recentemente, marketing digitale. Il suo background educativo è in lingue (spagnolo, inglese e arabo), così come studi interculturali. Scopri di più su LinkedIn.
Laura Formichi
Coordinatore marketing e vendite e delegato QA/RA, Medline Italia
Laura è laureata in biologia molecolare e lavora in Medline da oltre un decennio nel settore del marketing, della garanzia della qualità e degli affari normativi. Risiede sulle colline del Chianti a Firenze (famosa per il vino e l'olio), ama leggere e ama il contatto con la natura!
Medline desidera dare il suo contributo a riguardo ponendo in risalto l’ostetricia e la ginecologia per mezzo di specifiche campagne, il cui obiettivo coincide con il fornire ottimi prodotti e migliorare il percorso che porta alla nascita. In caso vogliate saperne di più sui prodotti sopra menzionati, vi invitiamo a scoprirli sul sito Medline:
Referenze:
1.https://www.ilpost.it/2020/12/21/istat-natalita-nascite-2019/#:~:text=Nel%202019%20ci%20sono%20state,record%20di%20diminuzione%20della%20natalit%C3%A0.
2. https://www.epicentro.iss.it/percorso-nascita/spinelli
3. "Pregnancy: Condition Information". Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development. 19 December 2013
4. https://www.who.int/westernpacific/news/feature-stories/detail/skin-to-skin-contact-helps-newborns-breastfeed